Firenze, 21 aprile ore 14:30: bellissima giornata calda e soleggiata. Il centro, visto il periodo pasquale, è colmo di visitatori che ostacolano il passo. Urla, schiamazzi, spintoni. Guide turistiche che berciano dentro i loro megafoni, le mandrie di sudaticci vacanzieri col naso all'insù e gli occhi che cercano di comprendere la bellezza della quale dovrebbero sentirsi eletti spettatori. La fila per salire in cima al Campanile di Giotto supera già i quaranta metri. Chiediamo agli addetti della biglietteria di parlare con qualcuno, affinché ci riferisca il numero delle persone che scalano giornalmente i 400 gradini, per godere di uno dei punti più privilegiati d'osservazione della Città del Fiore, ma, dopo aver contattato i superiori, rispondono che “non rilasciano informazioni alla Stampa”.
Una volta acquistato il biglietto, al costo di 6 euro, comincia la lunga ascesa: da subito inizia il ribrezzo. Dopo pochi scalini delle anguste scale, dove a malapena si scambiano due persone, compaiono sulle mura le scritte lasciate dai visitatori. Italiano, inglese, francese, arabo, cinese...tutto il mondo è stato qui. Messaggi d'ogni genere o semplici nomi con la data della visita, ogni mezzo è usato per infangare il Monumento le cui fondamenta furono scavate settecento anni fa: pennarelli, punte acuminate ed anche bombolette spray.
Al primo piano si tira il fiato e ci si può affacciare alle finestre aperte sui 4 lati, ma anche i marmi dei parapetti non sono risparmiati dagli animali dotati di mani prensili. Si riprende la salita, aumenta il battito cardiaco così come le imbrattature: nulla si salva, perfino i cartelli che ricordano che è vietato scrivere sulle mura; sugli stessi, però, nessun riferimento ad alcuna sanzione pecuniaria per i trasgressori. Non si incontra un custode fino alla vetta: anche questa è meticolosamente lordata persino sulle tegole in cotto che la ricoprono.
La manifestazione più oscena, tuttavia, è al penultimo piano, dove sul pavimento è esposta la campana inattiva: decine di scritte la violentano e, nella parte più riparata dagli occhi indiscreti, le gore di piscio (dal dizionario Sabatini-Coletti: orina emessa, spec. quella di animale) macchiano indelebilmente lo strumento che prima di suonare il primo rintocco fu benedetto.
Chi ama Firenze, sia esso credente o laico, si sente oltraggiato, dissacrato.
Come insegna San Matteo Evangelista, permettere l'ingresso e tollerare gli eccessi di queste orde barbariche è come offrire le cose preziose e sacre ai cani: essi le calpesteranno e si rivolteranno contro di voi per sbranarvi.
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