Oltre mille persone alle 20.08 di ieri sera si sono inginocchiate davanti al Consolato Usa di Firenze per protestare per la morte di George Floyd.
In silenzio per otto minuti, alla stessa ora e per lo stesso tempo in cui l'uomo è stato bloccato a terra dagli agenti. Un flash mob suggestivo, sul Lungarno Vespucci, che ha richiamato tantissime persone, molti giovani, in contemporanea con quanto avvenuto oggi in piazze di tutta Italia.
La manifestazione è stata organizzata da Womens March Florence e dal gruppo di attivisti statunitensi residenti in Toscana, Indivisible TUScany. In piazza anche manifestanti di Potere al popolo. Davanti alla sede consolare di Firenze, i manifestanti hanno mostrato cartelli e hanno rilanciato gli slogan della protesta in corso negli Stati Uniti: "I can't breath" e "Black lives matter".
Con il microfono aperto ai contributi di chi volesse parlare, in attesa delle 20.08, si sono alternati numerosi interventi di attivisti e singoli cittadini.
Presente anche il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze Luca Milani, il capogruppo Pd Nicola Armentano, i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi. Proprio la consigliera Bundu ha sottolineato il problema del razzismo anche in Italia. "Prima di parlare di quanto avviene negli Usa - ha detto Bundu -, parliamo di quello che succede in Italia, il razzismo c'è, e i 'decreti sicurezza' di Salvini sono ancora li', decreti contro gli ultimi. Anche noi siamo qui per Floyd, ma guardiamo anche cosa succede qui da noi, e lavoriamo per questo".
Tra gli interventi, che hanno preceduto l'iniziativa di Womens March Florence, anche quelli di familiari di persone decedute durante controlli di polizia con dinamiche simili a quella in cui è morto Floyd, immobilizzato a terra da agenti. Ha parlato Guido Magherini, padre dell'ex calciatore Riccardo, morto a 40 anni a Firenze, in borgo San Frediano, mentre veniva fermato dai carabinieri intervenuti per un 'uomo in stato di agitazione'. Il genitore ha ricordato la vicenda e l'assoluzione dei militari in Cassazione dopo due condanne, sentenza contro cui la famiglia Magherini ha fatto ricorso alla Corte europea per i diritti dell'uomo a Strasburgo.
Episodio analogo anche quello ricordato dalla vedova del tunisino Arafet Arfaoui, morto a 31 anni il 16 gennaio 2019 in un negozio money transfer di Empoli mentre veniva bloccato da poliziotti.
Ha invece richiamato nel suo intervento i valori dell'antifascismo Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, ucciso a 33 anni in combattimento il 18 marzo 2019 mentre militava da volontario tra le file dei curdi del Rojava contro l'Isis.
Al presidio erano presenti Acad, associazione contro gli abusi in divisa, Cpa, Carc, Potere al Popolo e altre sigle antifasciste.
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