Carceri della Toscana: un patto per migliorare la qualità della vita dei detenuti

Un patto per la riforma del carcere in Toscana, con azioni concrete per migliorare la qualità della vita negli istituti detentivi della regione.

È quanto firmato ieri dal Garante regionale per i diritti dei detenuti Franco Corleone insieme al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone. Si tratta di un protocollo d'intesa su azioni comuni da intraprendere per affrontare alcuni degli aspetti più critici della situazione detentiva, quelli che possono essere cambiati senza modificare la legge dello Stato. Tra queste: garantire acqua calda e docce nelle celle, realizzare luoghi comuni in cui consumare il pranzo, rendere fruibili le biblioteche penitenziarie come luogo di lettura, progettare gli spazi per l'affettività, assicurare acqua potabile al carcere di San Gimignano, aprire le sezioni autonome per il Polo universitario a Pisa e San Gimignano. Quella firmata a Firenze, ha spiegato Corleone, "vuole essere un'esperienza pilota, che anticipi, attraverso lo sviluppo di buone pratiche, gli esiti della riforma delineata dagli Stati generali dell'esecuzione penitenziaria, conclusi nella primavera di quest'anno, e della proposta di legge delega attualmente in Parlamento. Mi auguro che il patto venga fatto proprio da altre regioni e diventi una sorta di Carta nazionale". Il patto sarà firmato nel prossimo mese anche dai Garanti comunali dei detenuti presenti in Toscana. Secondo Corleone "si sta superando la grande emergenza del sovraffollamento, ma la qualità della vita in carcere non è cambiata. Si continua a vivere male. In Toscana vi sono record negativi che dobbiamo cancellare: tre suicidi anche quest'anno, 133 i tentati suicidi, 1.103 gli atti di autolesionismo, 353 manifestazioni di protesta". Una situazione, ha osservato Martone, "in lento e progressivo miglioramento. Ora c'è bisogno che la riforma penitenziaria possa prendere corpo. Nel frattempo, avanziamo le nostre proposte operative. Ci auguriamo che anche il ministero delle infrastrutture ci dia una mano".