Dodici miliardi nei primi nove mesi del 2018, 13,7 sommando anche il polo della farmaceutica, con un incremento dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2017.
E' il risultato dell'export toscano che emerge dal monitor dei distretti regionali, redatto dalla direzione studi di Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze. La crescita, sottolinea lo studio, è di poco al di sotto della media nazionale, che si attesta al 2%. In pratica più della metà delle vendite all'estero è legata a specializzazioni distrettuali.Nell'analisi viene spiegato che "si tratta di un risultato molto positivo soprattutto considerando un 2017 particolarmente dinamico, con variazioni migliori del dato nazionale". La Toscana così si conferma la terza regione, dopo Veneto e Lombardia, per valore assoluto dell'export distrettuale.
Tra i 18 distretti monitorati, sono otto quelli che crescono di più rispetto al 2017. Di questi la pelletteria e le calzature di Firenze la fanno da padrone e, con oltre 300 milioni di crescita, superano i tre miliardi di esportazioni. Bene anche il cartaio di Capannori (+132 milioni; +16,4%) e la camperistica della Val d'Elsa (+37,8 milioni; +8,5%). Nel settore della moda, si distinguono per un andamento positivo il distretto del tessile e abbigliamento di Prato (+17,6 milioni; +1,3%) e le calzature di Lamporecchio (+5,6 milioni; +5,9%). Positivo il vino prodotto sui colli fiorentini e senesi (+21,7 milioni; +4,5%) che raggiunge un nuovo punto di massimo degli ultimi 10 anni e il florovivaistico di Pistoia (+2,6 milioni; +1,4%), così come la ceramica di Sesto Fiorentino (+2,3 milioni; +11,6%). Si distingue anche il distretto del marmo di Carrara che, rispetto al trend nazionale, contiene la flessione al 3,7%.Settore con segno negativo sono l'olio toscano (-51 milioni; -9,7%), l'oreficeria di Arezzo (-33 milioni; -2,3%), la calzature di Lucca (-22 milioni; -14,5%) e la concia di Santa Croce (-17 milioni; - 2,4%). Particolarmente significativa, invece, la crescita per la farmaceutica toscana: dopo il +67% nel 2017, nei primi nove mesi del 2018 ha incrementato le vendite all'estero del 35% con un valore complessivo di circa 1,8 miliardi.La Svizzera si conferma il primo mercato per destinazioni, con 1,8 miliardi di euro (+28,6%). C'è poi la Francia, che mantiene invariato il valore del 2017, mentre risultano in contrazione le esportazioni verso gli Stati Uniti. Per quel che riguarda il 2019, secondo l'analisi, "le prospettive restano favorevoli, pur in un quadro di rallentamento del commercio mondiale e di elevata incertezza legata alle tensioni geo-politiche presenti sui mercati internazionali".
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