Il Comune di Firenze sarà parte civile nel processo a R. G., 55 anni, finito agli arresti domiciliari lo scorso aprile con l'accusa di essersi finto paraplegico per percepire la pensione d'invalidità e altri emolumenti.
Lo ha deciso questa mattina il gup accogliendo l'istanza dell'avvocato Rosetta Fiore, dell'avvocatura comunale.
L'uomo è accusato, tra l'altro, di truffa aggravata ai danni del Comune con diverse decine di episodi contestati per avere usufruito di servizi e contribuiti pubblici, pari a 23mila euro, sulla base di false certificazioni.
“Siamo e saremo inflessibili contro chi compie questi reati – ha commentato la vicesindaca e assessora agli affari legali Cristina Giachi – ci troviamo di fronte a condotte particolarmente antisociali, perché causano un danno oltremodo fastidioso alla collettività: i soldi di cui qualcuno ha creduto di appropriarsi illegittimamente sono soldi di tutti”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti per anni R. G. è riuscito a ingannare i medici chiamati a certificare la malattia. Per avvalorare la sua condizione non ha esitato a farsi ricoverare per lunghi periodi e a sottoporsi a terapie traumatiche. A casa e fuori Firenze si muoveva senza difficoltà, nelle altre occasioni fingeva di essere costretto su una carrozzina. Addirittura nel 2014 scrisse a Papa Francesco, che si appassionò alla sua storia e gli telefonò: l'anno successivo, come documentato da una foto finita nel fascicolo dell'inchiesta, il Pontefice accettò di riceverlo in udienza.