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inchiesta

Nazifascisti a Siena: gip Firenze contesta aggravante terrorismo. Chesi torna ai domiciliari

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Il gip del tribunale di Firenze ha emesso una nuova ordinanza nei confronti di Andrea e Yuri Chesi, padre e figlio coinvolti nell'inchiesta sui nostalgici nazifascisti di Siena, che vede 12 persone indagate.

 

Il giudice ha nuovamente contestato l'aggravante del terrorismo nei confronti di Andrea Chesi, 60 anni, bancario, e ha disposto di nuovo gli arresti domiciliari. Obbligo di dimora per il figlio 22enne.

 

I due erano stati arrestati in flagranza di reato lo scorso 12 novembre, con l'accusa detenzione illecita di esplosivo e di parte di ordigni bellici. Nell'abitazione la Digos sequestrò tritolo e un quantitativo ingente di polvere da sparo, che l'uomo avrebbe recuperato svuotando insieme al figlio alcuni ordigni della Seconda Guerra Mondiale, e parti di ordigni bellici, tra cui quattro spolette e due detonatori.

 

Chesi è dipendente della Banca Monte dei Paschi e lavora nella sede centrale di Siena. Sul suo profilo Facebook varie foto che ritraevano il 60enne indossare una mimetica delle Ss a bordo di un sidecar militare, su cui è stato visto anche per le vie della città del Palio.

 

In altre immagini, invece, l'uomo compariva a Dongo, dove venne catturato Mussolini nell'aprile 1945, intento a fare il saluto romano e mentre mimava con le mani il gesto di sparare a un cartello dell Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani.

 

La Digos ha recuperato anche foto in cui il 60enne impugna un lanciarazzi e un album accompagnato dalla musica dell'inno ufficiale del partito nazista. Sempre da un profilo Facebook a lui riferibile, il 60enne si qualificava come segretario della federazione di Siena del 'Movimento Idea Sociale'.

 

Tra i 12 indagati c'è anche la moglie e madre dei due fermati, 52enne, sul cui profilo social sono state pubblicate foto del marito davanti alla tomba di Mussolini a Predappio. 

 

Secondo l'accusa inoltre nel mirino dei 12 estremisti di destra indagati dalla Dda di Firenze c'era anche la moschea di Colle Val d'Elsa (Siena). Da alcune conversazioni intercettate, sarebbe emersa l'intenzione di far saltare il luogo di culto sabotando una condotta delle tubature del gas emerge. Il tentativo di "far saltare" la moschea non venne portato a termine perchè il 60enne di Siena, al centro dell'inchiesta, sarebbe stato contattato dalla polizia che aveva notato strani movimenti vicino all'edificio di Colle Val d'Elsa. "Noi, come ci si move, noi siamo no guardati a vista... di più", si lamentavano gli indagati nelle intercettazioni.

 

 

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