Sarà la prima italiana del documentario “The Cave” del regista Feras Fayyad, sulla Siria oggi, vista dagli occhi del personale medico dell’ospedale di Ghouta, che porta avanti i propri compiti in condizioni che vanno oltre ogni immaginazione, l’evento speciale della sesta giornata della 60esima edizione del Festival dei Popoli, il festival del film documentario, in programma giovedì 7 novembre, alle 21 al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour, 50, ingresso 7 euro).
Da Feras Fayyad (già nomination agli Oscar per il suo Last Men in Aleppo) arriva un toccante racconto di guerra e resistenza vincitore del Premio del Pubblico al Toronto Film Festival. Nell’ospedale siriano di Ghouta il personale medico e paramedico porta avanti i propri compiti in condizioni che vanno oltre ogni immaginazione. Ambulatori e sale operatorie, interamente sotterranei per resistere ai bombardamenti, sono angusti e perennemente affollati, i medicinali sono terminati e il cibo scarseggia. Tra le tante figure, emerge la giovanissima direttrice dell’ospedale, che guida il proprio team attraverso ogni tipo di difficoltà, non ultimo il preconcetto che una donna non debba avere simili occupazioni. Il suo volto, segnato dalla fatica ma illuminato dalla forza di volontà, è l’emblema di un’umanità che ha deciso di mantenersi tale aprendo le proprie porte a tutti, tranne che alla brutalità.
Al cinema Spazio Alfieri, per il Concorso Italiano, alle 20, la proiezione de Il passo dell’acqua di Antonio Di Biase girato interamente in Abruzzo. Attraverso le storie di tre personaggi “antichi” (un pastore, una contadina devota, un pescatore) il regista ci immerge nei gesti e nei ritmi di un Abruzzo che appare sospeso fuori dal tempo. I personaggi ci appaiono avvolti in una sorta di incantamento, seguendo codici e rituali che parlano di una diversa relazione con la natura, gli animali e le stagioni.
Programma: Da segnalare, tra gli altri, alle 15, al cinema La Compagnia, il Concorso Internazionale con I Have Seen Nothing, I Have Seen All di Yaser Kassab, alla presenza del regista sull’avvio della ricostruzione in Siria dove Yaser e la sua famiglia si trovano costretti a occuparsi del trasferimento delle tombe dai parchi pubblici ad Aleppo. E poi Missed Embrace di Faezeh Nikoozad sul tema della memoria. Segue By the name of Tania di Bénédicte Liénard, Mary Jiménez alla presenza dei registi: un film che raccoglie voci, testimonianze, tracce di esperienze collettive di tante ragazze peruviane costrette a prostituirsi mentre sono alla ricerca di condizioni migliori di vita. E poi, a seguire, Reynard (Raposa) di Leonor Noivo e Moshta di Daryanavard Talheh.