"Resto nel Pd, di cui sono uno dei fondatori, con grande chiarezza e lealtà. Non si può ragionare sempre con la riserva mentale di lasciare il Pd per andare in Italia Viva, io non lavoro così". Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenendo a Sky Tg24. Poi Nardella spiega che all'interno del Partito democratico continuerà "certe battaglie, anche quelle fatte da Renzi e che io ho fatto con lui. Penso a fisco, uguaglianza, riforme, innovazione tecnologica, meritocrazia, ruolo dei territori e protagonismo dei sindaci".
"Molte di quelle cose che avevano portato Renzi alla leadership del Pd oggi devono essere riprese e rilanciate da dentro, proprio per evitare che il partito possa schiacciarsi su posizioni tradizionali, di sinistra, e mantenga invece la vocazione di un partito popolare, che abbracci diversi ceti sociali" prosegue Nardella, che immagina un Pd capace di "essere il partito leader dell'area riformista, di crescere in consensi e di coagulare tutto un mondo di forze politiche del centrosinistra". Il primo cittadino, quindi, conferma che sarà alla Leopolda di Matteo Renzi, che sancirà la nascita di Italia Viva. "Ci andrò senza il timore di essere considerato scorretto" ha aggiunto il sindaco di Firenze.
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