Per la rassegna «I concerti al Cenacolo» L’Homme Armé venerdì 29 novembre al Museo di San Salvi (via di San Salvi 16, Firenze; ingresso 12 euro, ridotto 7; informazioni e prenotazioni: tel. 055 695000 [email protected]) L’Homme Armé presenta un concerto interamente dedicato a Claudio Monteverdi.
Sul palco il soprano Elena Cecchi Fedi, i tenori Alberto Allegrezza e Paolo Fanciullacci e il baritono Gabriele Lombardi, accompagnati da Andrea Perugi al cembalo e da Gian Luca Lastraioli al chitarrone, tutti sotto la direzione di Fabio Lombardo.
Con questo «Concerto Monteverdi», che sarà replicato sabato 30 alle 16.30 alla Certosa (Certosa di Firenze (Via della Certosa 1, Firenze; precede alle 15, facoltativa, una visita guidata) e domenica 1 alle 16.30 alla Villa Medicea di Cerreto Guidi (via dei Ponti Medicei 7), si conclude l’edizione 2019 de «I Concerti al Cenacolo», che l’Associazione L’Homme Armé porta avanti dal 1994 ed è la più longeva rassegna annuale di musica antica in Toscana.
Madrigali, canzoni e canzonette d’amore compongono questo omaggio al “divino Claudio”, che nelle composizioni antologizzate crea uno stile inconfondibile, in cui riesce a creare un concerto di affetti, il cui senso permea tutta la musica: con le figure melodiche, con l’organizzazione del tempo (anche con esplicite indicazioni quali “va cantato a tempo dell’affetto del’animo, e non a quello de la mano”), con la straordinaria invenzione contrappuntistica.
I brani sono tratti dalle raccolte più tarde della produzione monteverdiana, dal “Concerto, Settimo libro di Madrigali” del 1619 fino a “Madrigali e canzonette, nono libro” pubblicato postumo nel 1651, oltre ad altri brani tratti da raccolte sparse. All’interno di questa selezione compaiono brani straordinari quali Zefiro torna e di soavi accenti su testo di O.Rinuccini, costruito su un basso di ciaccona sul quale si scioglie una serie infinita di virtuosistiche variazioni affidate a due tenori, o Quel sguardo sdegnosetto ancora su un basso ostinato. E sempre su basso ostinato (quattro suoni discendenti … un tetracordo che diventerà uno stilema dei lamenti) la parte centrale del Lamento della Ninfa, ancora su testo di Rinuccini, un modello insuperato di lamento condiviso, grazie alla relazione tra la voce protagonista e le altre tre: “in stile rapresentativo”, infatti si tratta di una piccola “scena” che manifesta ancora una volta la geniale capacità inventiva drammatica. Ma in qualche modo si riconosce in ognuno di questi brani la vis drammatica, una sorta di rappresentatività in nuce. Persino in canzonette strofiche quali Ohimé ch’io cado o Perché se m’odiavi.
Una curiosità medicea: Monteverdi dedico il VII libro di madrigali a Caterina de’ Medici, figlia del Granduca Ferdinando I, andata in sposa a Ferdinando Gonzaga Duca di Mantova.
Programma
Claudio Monteverdi Dice la mia bellissima Licori (1)
(1567-1643) Perché fuggi (1)
Ohimé ch’io cado (2)
Quel sguardo sdegnosetto (3)
Augellin (1)
Bel Pastor (5)
Non vedrò mai le stelle (1)
Ecco di dolci raggi (3)
Ecco vicine, o bella Tigre (1)
Zefiro torna (ciaccona) (3)
Perché se m’odiavi (4)
Se’l vostro cor, Madonna (1)
Lamento della Ninfa (6)
1 Concerto Settimo libro de’ madrigali (1619)
2 in C.Milanuzzi, Quarto scherzo delle ariose vaghezze (1624)
3 Scherzi musicali (1632)
4 Arie de diversi raccolte da Alessandro Vincenti (1634)
5 Madrigali e canzonette libro IX (1651)
6 Madrigali guerrieri e amorosi, libro ottavo (1638)
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